mercoledì 15 maggio 2013

La ricerca dell'equilibrio


Al di là del bene e del male, del divertente e del noioso, quando si entra in una palestra bisognerebbe porsi la seguente domanda; cosa allenare? A questo punto quindi caliamoci nei panni di un neofita e gironzoliamo insieme a lui per vedere cosa fanno gli altri, prima che l’istruttore si dedichi a noi.
Nella sala pesi troviamo persone che si dividono in tre categorie. Quelli che sono forti e che quindi riescono ad utilizzare bene gli attrezzi giusti nel modo giusto. Unico problema, come i vampiri odiano la luce, provate a pronunciare la parola stretching a queste persone e le vedrete bruciare. Poi ci sono quelli non tanto forti che non si azzardano ad uscire fuori dai macchinari “faccio tutto io, tu pensa ad altro” che tra una serie e l’altra, tornano nel mondo reale e si mettono a fare stretching assumendo posizioni quali “lo stambecco azzoppato”, “mi prude la schiena, ahi quanto mi prude, qualcuno mi dia una mano” e la più classica “ah, quanto è bello il soffitto, adesso mi piego in due così lo ammiro per bene”. L’ultima categoria fa parte di quelli che non hanno un briciolo di muscolatura e per non far sentire sola quella che gli è rimasta, preferiscono bruciarsela tutta su macchinari quali la bicicletta, il nastro trasportatore e l’ellittica, dando sfoggio dei loro polmoni e delle loro ghiandole sudorifere.
Passiamo ora alla sala corsi, dove, in assenza dell’unico corso degno di nota, quello che prende il nome di ginnastica di gruppo, troviamo migliaia di attività che possono essere classificate in questa maniera: Lezione di flessibilità, dove ci vanno quelli che già sono snodabili di loro. Lezioni per allenare il sedere e le gambe, dove si recano quelli (soprattutto quelle) che hanno un fondo schiena invidiabile/ammirabile. Corsi di balli e di aerobica in generale dove occorre una certa coordinazione e ovviamente, sono frequentati da quelli che la coordinazione gli scorre nelle vene. Infine la Zumba, dedicata a tutti quelli che erano usciti di casa per andare dal macellaio, si sono sbagliati e ora pare brutto andare via così, senza fare niente.
Ecco, dopo un giretto del genere, il nostro amico neofita avrà dunque capito che se era entrato in palestra per ricercare un certo equilibrio fisico, di sicuro la palestra non farà al caso suo. Un giorno comunque, mi piacerebbe trovare gente che dedica la giusta quantità di tempo nelle attività, riservando un po’ meno tempo nelle cose che gli riescono facile e un po’ di più in quelle in cui è negato. Certo, così sarà più difficile ma perché fare attività fisica dovrebbe essere facile? Se l’allenamento è facile allora ci si sta allenando alla facilità che è un controsenso, perché se una cosa è già facile, perché dovrei allenarmi per farla? Quindi l’allenamento è per definizione difficile. E poi semplice anche, che non significa divertente ma è il contrario di complicato e per poter arrivare all’essenza delle cose bisogna trovarne la semplicità all’interno del suo stesso caos. L’allenamento è in fondo una cosa semplice e difficile, proprio come il gioco dei bambini

 “Non abbiamo bisogno di apparire sani ma piuttosto di esserlo veramente”

LB

Nessun commento:

Posta un commento