Al
di là del bene e del male, del divertente e del noioso, quando si entra in una
palestra bisognerebbe porsi la seguente domanda; cosa allenare? A questo punto
quindi caliamoci nei panni di un neofita e gironzoliamo insieme a lui per
vedere cosa fanno gli altri, prima che l’istruttore si dedichi a noi.
Nella
sala pesi troviamo persone che si dividono in tre categorie. Quelli che sono
forti e che quindi riescono ad utilizzare bene gli attrezzi giusti nel modo
giusto. Unico problema, come i vampiri odiano la luce, provate a pronunciare la
parola stretching a queste persone e le vedrete bruciare. Poi ci sono quelli
non tanto forti che non si azzardano ad uscire fuori dai macchinari “faccio
tutto io, tu pensa ad altro” che tra una serie e l’altra, tornano nel mondo
reale e si mettono a fare stretching assumendo posizioni quali “lo stambecco
azzoppato”, “mi prude la schiena, ahi quanto mi prude, qualcuno mi dia una mano”
e la più classica “ah, quanto è bello il soffitto, adesso mi piego in due così
lo ammiro per bene”. L’ultima categoria fa parte di quelli che non hanno un
briciolo di muscolatura e per non far sentire sola quella che gli è rimasta,
preferiscono bruciarsela tutta su macchinari quali la bicicletta, il nastro
trasportatore e l’ellittica, dando sfoggio dei loro polmoni e delle loro
ghiandole sudorifere.
Passiamo
ora alla sala corsi, dove, in assenza dell’unico corso degno di nota, quello
che prende il nome di ginnastica di gruppo, troviamo migliaia di attività che
possono essere classificate in questa maniera: Lezione di flessibilità, dove ci
vanno quelli che già sono snodabili di loro. Lezioni per allenare il sedere e
le gambe, dove si recano quelli (soprattutto quelle) che hanno un fondo schiena
invidiabile/ammirabile. Corsi di balli e di aerobica in generale dove occorre
una certa coordinazione e ovviamente, sono frequentati da quelli che la
coordinazione gli scorre nelle vene. Infine la Zumba, dedicata a tutti quelli
che erano usciti di casa per andare dal macellaio, si sono sbagliati e ora pare
brutto andare via così, senza fare niente.
Ecco,
dopo un giretto del genere, il nostro amico neofita avrà dunque capito che se
era entrato in palestra per ricercare un certo equilibrio fisico, di sicuro la
palestra non farà al caso suo. Un giorno comunque, mi piacerebbe trovare gente
che dedica la giusta quantità di tempo nelle attività, riservando un po’ meno
tempo nelle cose che gli riescono facile e un po’ di più in quelle in cui è
negato. Certo, così sarà più difficile ma perché fare attività fisica dovrebbe
essere facile? Se l’allenamento è facile allora ci si sta allenando alla
facilità che è un controsenso, perché se una cosa è già facile, perché dovrei
allenarmi per farla? Quindi l’allenamento è per definizione difficile. E poi
semplice anche, che non significa divertente ma è il contrario di complicato e
per poter arrivare all’essenza delle cose bisogna trovarne la semplicità all’interno
del suo stesso caos. L’allenamento è in fondo una cosa semplice e difficile,
proprio come il gioco dei bambini
“Non abbiamo bisogno di apparire sani ma piuttosto di
esserlo veramente”
LB
LB
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